Orestiadi di Gibellina, prossimo week end l'omaggio ad Andrea Camilleri

Redazione Prima Pagina Belice

L’omaggio del Festival delle Orestiadiad Andrea Camilleri, nel centenario della sua nascita, avrà inizio al Baglio di Stefano (per poi proseguire sul Cretto con Luca Zingaretti il 31 luglio) con un doppio appuntamento tra teatro e musica (venerdì 25 luglio alle 21): il testo di Andrea Camilleri,Gran circo Taddei”,nella mise en espace di Alessio Piazza e l’omaggio musicale di Olivia SellerioZara Zabara” con le canzoni scritte per Montalbano.

Sabato 26e domenica 27due progetti inediti pensati per le Orestiadi in esclusiva: un progetto site specific dentro i diversi luoghi del Baglio di Stefano per mettere in scena l’arte con “Il racconto dell’arte, l’arte si racconta” (sabato 26 luglio dalle 19,30), e rappresentare quell’inscindibile dialogo tra teatro e arti visive, matrice da sempre del nostro Festival, affidato alle vocidi Carlotta Viscovo con“Il corpo della lotta”drammaturgia di Angela Demattè con lo scultore in scena Ettore Greco, e di Silvia Ajelli con “La parte per il tutto”di Manlio Santanelli.

Un altro appuntamento inedito, tra musica, immagini e parole, per celebrare un regista visionario come David Lynch, a pochi mesi dalla sua morte (dopo la performance di N.A.I.P nell’anteprima del 28 giugno), sarà affidato a Roy Paci(Tromba e Live Electronics) accompagnato daRoberto De Nittis(Pianoforte), Francesco Pio Russo (Fagotto),Eusebio Getulio (Contrabbasso e Basso elettrico), Totò Nogara (Clarinetto e Basso Tuba) ePaolo Vicari(Batteria) al Baglio Di Stefano(domenica 27 luglio alle 21) che farà vivere, con la sua musica, il video dedicato al regista e i testi a cura di Umberto Cantonecon la partecipazione degli attori Fabrizio Romano e Aurora Falcone.

Si parte venerdì 25 luglioalle ore 21, al Baglio di Stefano, con “Gran Circo Taddei” di Andrea Camilleri (regia di Alessio Piazza)con Alessio Piazza, Matteo Pipitone, Marcella Favilla, Francesco Vittorio Pellegrino, progetto in occasione del centenario della nascita di Andrea Camilleri, con il patrocinio del Fondo Andrea Camilleri.

«Davanti alla piazza San Francesco confluivano le corriere. Proprio questa è la nascita di Vigàta: lì al centro di quella piazza, ogni bambino raccontava le storie del suo paese, i fatti, ognuno le proprie cose. Quindi la grande piazza era come dieci paesi siciliani insieme, riuniti, che i bambini raccontavano… ne ho un ricordo vivissimo di scambio di informazioni, di storie…» (Andrea Camilleri)

Proprio in questa Piazza, sbarca il tendone del Gran Circo Taddei, con la sua coloratissima famiglia: ErlandoTaddeis, sua moglie Alinda, le figlie Jana, Juna e Jona, il clown Beniamino e l’assistente Oreste. Il leone in gabbia, con il quale sfilano per Vigata, pubblicizzando lo spettacolo, illumina Pippo Incardona: un ingegnoso piano per liberarsi della vecchia e avara zia Michela, con la quale vive, ereditare tutte le sue ricchezze e poter fare finalmente la bella vita che vorrebbe, mentre intorno a lui i camerati fascisti armano quisquilie campanilistiche. Ma chissà se tutto andrà come previsto. Una varietà umana recita la parte che assegna loro il burattinaio Camilleri attingendo ai suoi ricordi e colorandoli con la sua fantasia, il suo spirito umoristico e il suo singolare linguaggio siculo-italiano.

A seguire“ZARA ZABARA”,canzoni per Montalbano,scritte, arrangiate e interpretate daOlivia Sellerio(voce), accompagnato daLino Costa(chitarra),Dario Salerno(chitarra), Paolo Pellegrino(violoncello) eAlberto Fidone(contrabbasso), in concerto tutte le canzoni che Olivia Sellerio ha scritto e interpretato per Il commissario Montalbano e Il giovane Montalbano II.

Nei brani della cantautrice palermitana, ancora una volta capace di trasformare racconto e sentimento in musica, convivono atmosfere mediterranee, sonorità dell’Atlantico, polvere d’Africa e folk americano, nella sua voce piena di reminiscenze e di parole attente le storie si intrecciano al melos siciliano e a mille radici di altri modi e mondi, a fare spola tra la Sicilia e altrove. Storie d’amore, di spartenzae resistenza, di denuncia, di accoglienza cantate dalla sua voce magnetica, scura, viscerale, una voce matrioskache ne contiene tante.Nel live, ad affiancare il canto di Olivia, Paolo Pellegrino col suono nobile del violoncello, la pulsione del contrabbasso di Alberto Fidone con le chitarre di Lino Costa e Dario Salerno- diverse a seconda dell’umore del brano - in una fitta rete di linee melodiche; un impasto di corde e archi a dialogare coi sapienti effetti della chitarra elettrica, un accordo acustico-elettronico a favorire l’incontro di sonorità̀ più̀ attuali con quelle della tradizione colta o popolare, siano i temi di origine extraeuropea, il jazz o la musica d’autore del secondo Novecento.

Sabato 26 luglio(dalle ore 19,30 – Baglio di Stefano) il primo step del più ampio progetto immaginato per accogliere la Capitale dell’arte 2026 “Il racconto dell’arte, l’arte si racconta” affidato alle voci di Carlotta Viscovo con la performance“Il corpo della lotta”drammaturgia di Angela Demattè con lo scultore in scena Ettore Grecoe di Silvia Ajelli, con il monologo“La parte per il tutto”di Manlio Santanelli.

Alle ore 19,30,presso il Granaio del Baglio Di Stefano,“Il corpo della lotta”conCarlotta ViscovoedEttore Greco,drammaturgia diAngela Demattè, supervisione dei movimenti di Alessandra Cristiani, dramaturg Alice Sinigaglia, progetto sonoro di Marco Mantovani e supervisione ai costumi Margherita Baldoni.Una co-produzione TrentoSpettacoli, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, LAC Lugano Arte Culturacon il sostegno di Qui e Ora Residenza Teatrale _ Campsirago Residenza_Festival Il Giardino delle Esperidi.

Il legame tra movimento corporeo e scultura, tra vita e arte, è centrale nel lavoro e nel rapporto tra Camille Claudel e il suo maestro Auguste Rodin. La scultura è mestiere da imparare e libertà creativa da mettere in atto. Camille Claudel si concede come modella e amante ad Auguste Rodin, ma vuole anche essere riconosciuta come sua collega. L’attrice si pone in scena come opera d’arte e artista. Entrambe vogliono essere creature, creazioni e creatrici. Da creatura desiderata a creatrice desiderante. In uno spazio diverso con cui fare i conti ogni volta - da un luogo all’aperto in mezzo alla Natura a una sala museale, da uno spazio urbano all’interno di una chiesa - c’è il corpo della performer che si fa scultura e che dialoga con la scultura, mentre lo scultore disegna o modella la creta ispirato da ciò che accade.

Il compromesso è tra idea e materia e tra desiderio dell’artista e sistema del mondo in cui l’artista lavora. È un compromesso sempre drammatico, che Camille Claudel ha vissuto, a un certo punto, come impossibile da gestire. Indaghiamo il suo dramma per indagare il nostro.

“L’artista Camille Claudel abita in me dal 2004, da quando ho visto le sue opere a Parigi. Da quel momento ho desiderato raccontarla, per toglierle il suo ruolo di vittima paranoica e di amante abbandonata. Volevo rendere onore alla sua opera. Colpita dalla forza delle sue sculture sentivo l’esigenza di indagarne la forma attraverso il mio corpo, per coglierne profondamente la pulsione e la potenza.Nel 2011 ho conosciuto a Padova lo scultore Ettore Greco, grande esperto dell’opera e delle vite di Rodin e Claudel, e il desiderio di raccontare Camille è tornato prepotente.Nello svolgersi del mio percorso artistico, accompagnato da un impegno sindacale attivo fuori dalla scena, per le rivendicazioni dei diritti degli artisti, oggi credo di capire che ciò che voglio veramente dire e difendere non può che arrivare dal profondo silenzio, dal corpo.

Ma la lotta è pur necessaria. La fragilità dell’artista va protetta e difesa. Il caos che le contraddizioni dell’umano provocano nell’ordine della società può essere assunto con amorevolezza e senza panico solo attraverso l’arte” Carlotta Viscovo

Alle ore 21,00,nel Cortile inferiore del Baglio di Stefano, una storia d’arte e d’amore,La parte per il tutto, iltesto di Manlio Santanellicon SILVIA AJELLI, con lemusiche eseguite dal vivo al piano Silvia Vaglica. Quale è la motivazione che induce Eufemia Di Frattocchie, matura professoressa di Storia dell’Arte, ad una pubblica confessione, un non richiesto ‘auto da fé? La spiegazione ha un suo movente ‘preciso’.

Intanto, ci preme ricordare che gli atti di ‘visigotismo’, ossia gli infierimenti sulle opere d’arte, il più delle volte sono compulsivi, dettati da una patologica insofferenza per la bellezza. Ma, di converso, l’affronto al capo d’opera può essere del tutto casuale. È questo il caso della professoressa Eufemia che, in visita ad un capolavoro della scultura etrusca, l’Apollo di Frattocchie, in un momento di estatica contemplazione si ritrova nella mano un pezzo niente affatto secondario del mirabile reperto archeologico.E che lei, l’onorata insegnate, si voglia confessare non dipende soltanto da quell’inconveniente, per il quale non ha da imputarsi nessuna colpa, ma piuttosto dall’ospitalità che a quel frammento va ad offrire per il resto dei suoi giorni di irriducibile zitella.

Domenica 27 luglio (ore 21,00 – Baglio di Stefano), l’omaggio a David Linch “Un equilibrista squilibrato, David Lynch”, musiche immaginifiche per un film immaginarioa cura diRoy Paci (Tromba e Live Electronics) accompagnato da Roberto De Nittis (Pianoforte), Francesco Pio Russo (Fagotto), Eusebio Getulio (Contrabbasso e Basso elettrico), Totò Nogara (Clarinetto e Basso Tuba) e Paolo Vicari (Batteria), che musicheranno dal vivo “STRAVEDERELYNCH”, astrazioni, anamorfosi e dripping di un demiurgo del cinemaa cura di Umberto Cantonecon un prologo recitato da Aurora Falcone e Fabrizio Romano.

Un progetto inedito per le Orestiadi di Gibellina, una selezione video di immagini volte a raccontare l’universo filmico e immaginifico di David Lynch selezionate da Umberto Cantone saranno musicate dal vivo da Roy Paci in un’originale versione sestetto.

Hollywood, il più fruttuoso dei miti industriali del Novecento d’occidente, nella rivisitazione originale e mai conciliante di David Lynch. Un montaggio che presenta lacerti del grande cinema (grande anche quando piccolo) del cineasta-artmaker scomparso il 16 gennaio scorso. Hollywood è il posto dove ognuno brama a diventare qualcun altro e qualcos’altro, che permette ad alcuni sogni di realizzarsi mentre fa a pezzi tutti gli altri”. È la fabbrica ideale che ha permesso a Lynch di lavorare intorno alle proprie ossessioni, di dare concretezza visionaria alla propria idea di realtà.

Lacerti da Mulholland Drive, Inland Empire, Strade perdute, Cuore selvaggio, Fuoco cammina con me, e The Alphabet, Lumière, Dumbland, The Dream of the Brokenhearted. Umberto Cantone

INFO per biglietti: I biglietti sono acquistabili online sul sito www.fondazioneorestiadi.it

Palermo, 18 luglio 2025

Ufficio Stampa Nazionale: Claudia Scuderi - 3202346796 – claudiascuderi.media@gmail.com

Ufficio stampa regionaleGabriele Lo Piccolo – 3204424268 - info@gabrielelopiccolo.it