«Ogni anno 16 mila giovani siciliani, in gran parte con una formazione qualificata, lasciano l’Isola in cerca di lavoro altrove. Questo dato, unito al progressivo invecchiamento della popolazione, è causa dello spopolamento dei piccoli comuni. Le classi dirigenti debbono necessariamente elaborare nuove politiche per invertire questa tendenza»
E’ questo il messaggio del sindaco di Poggioreale, Carmelo Palermo, che lunedì 7 luglio nella piccola cittadina del Belice ha chiamato a raccolta parlamentari e sindaci per presentare il progetto di rigenerazione urbana finanziato dal Ministero della Cultura (circa 1 milione e 600 mila euro) con i fondi del PNRR.
All’incontro, moderato dal giornalista Nino Ippolito, erano presenti i parlamentari regionali Dario Safina (Partito Democratico) e Stefano Pellegrino (Forza Italia) e i sindaci dei comuni di Partanna (Francesco Li Vigni), Santa Margherita Belice (Gaspare Viola), Salaparuta (Michele Saitta) e Gibellina (Salvatore Sutera).
La parte tecnica è stata illustrata da Lucio Tambuzzo, esperto in rigenerazione dei borghi, e che del progetto finanziato a Poggioreale è il direttore generale e artistico.
«Da questi luoghi di prossimità il cui destino è stato segnato dal terremoto del 1968 - ha spiegato Tambuzzo – si sviluppa un processo di rigenerazione urbana che parte dal basso, ovvero con la condivisione dei cittadini e soprattutto dei giovani del luogo. E siccome l’arte da sola non basta a cambiare le sorti di un piccolo borgo come questo, è necessario attuare processi che incidano sul tessuto economico. Tra le altre cose è infatti prevista la cosiddetta “impresa di comunità” nella quale i giovani saranno accompagnati nell’avvio di attività artigianali e imprenditoriali distribuite tra il nuovo centro e la Poggioreale vecchia. Questi luoghi si animeranno di numerose attività: festival musicali, spettacoli teatrali, installazioni. Cercheremo di mettere assieme la cultura e le attività imprenditoriali. Poggioreale spero diventi un modello sa seguire»
Il sindaco di Poggioreale ha chiesto ai suoi colleghi di fare rete: «La contiguità territoriale dei comuni del Belice deve imporci una collaborazione più incisiva, soprattutto sul tema dei servizi. Da soli non si va da nessuna parte».
Il sindaco di Salaparuta Michele Saitta: «E’ difficile pensare allo sviluppo economico quando manca persino l’acqua. Ci sentiamo molto emarginati da Palermo e Roma. E con i comuni spogliati di risorse e personale»
Il sindaco di Partanna Francesco Li Vigni: «Guardo con interesse all’esperimento di Poggioreale. Accanto alla cultura e al turismo, occorre però rimettere al centro l’agricoltura, che rimane pur sempre la principale fonte di reddito di questi territori. Chiamerò i miei colleghi a confrontarsi sulla creazione di un grande centro dell’agroalimentare nel Belice»
Il sindaco di Gibellina Salvatore Sutera: «La storia di Poggioreale s’intreccia con quella di Gibellina. Il Cretto di Burri è in dialogo con Poggioreale Vecchia che con le sue architetture integre ha un fascino unico e ci mostra cos’era un piccolo borgo siciliano prima del terremoto».
Il sindaco di Santa Margherita Belice Gaspare Viola ha lanciato invece l’allarme sugli sfregi al Paesaggio: «Il proliferare incontrollato di parchi eolici e fotovoltaici sta stravolgendo il nostro Paesaggio, testimonianza straordinaria della civiltà contadina del Belice. Bisogna preservarlo perché chi arriva da queste parti è anche attratto dal fascino delle nostre campagne».
L’onorevole Dario Safina (Partito Democratico): «Nel Belice a distanza di anni rimane aperta la questione delle infrastrutture. Reti idriche colabrodo, viabilità disastrata e trasporti inefficienti. Ritardi ed inefficienze che chiamano in causa tutti. Da parlamentare del territorio farò la mia parte»
L’onorevole Stefano Pellegrino (Forza Italia): «Sottoporrò al Governo regionale i temi più urgenti venuti fuori da questo confronto. Sono fiducioso perché la deputazione trapanese su queste emergenze sa agire con senso di responsabilità senza guardare alle appartenenze politiche»
L’incontro si è concluso con la proiezione di un documentario sulle redità immateriali di Poggioreale, frutto di un lungo lavoro sul campo di antropologi e documentaristi: un lavoro ricco di testimonianze e un viaggio indietro nel tempo.