Tre idee per la riqualificazione del centro storico di Salemi. Tre visioni su altrettanti scorci caratteristici della cittadina trapanese, dove prosegue la collaborazione tra il Comune e il Politecnico di Torino sul rilancio del patrimonio architettonico pubblico e privato. Nell'ambito dell'atelier 'Riabitare Alicia', infatti, gli studenti iscritti al corso di laurea in Architettura dell'ateneo piemontese hanno sostenuto gli esami in videoconferenza con il castello normanno-svevo di Salemi presentando i propri elaborati.
Ad ascoltarli una commissione composta dai docenti Roberto Dini, Silvia Tedesco, Giuseppe Ferro e Luciana Restuccia, dai rappresentanti istituzionali, tra cui il sindaco di Salemi Domenico Venuti e l'assessore al Centro storico Vito Scalisi, e dall'architetto Vito Corte. "Proseguiamo nel percorso intrapreso con la firma dell'accordo tra Comune e Politecnico che punta al recupero di una parte del nostro centro storico - affermano Venuti e Scalisi -. Abbiamo riscontrato il grande impegno dei ragazzi ma soprattutto la grande qualità dei loro elaborati.
Tutto questo - proseguono il sindaco e l'assessore al Centro storico di Salemi - è la conferma della bontà della nostra intuizione. La città ha suscitato l'interesse del mondo accademico e queste prime idee rappresentano un buon punto di partenza per un serio ragionamento sul recupero del nostro inestimabile patrimonio architettonico".
I vincitori sono Ilaria Boggiatto, Maddalena Gallotto, Elisa Gribaudo e Alessia Li Causi. Il secondo premio è stato assegnato al progetto che ha studiato una nuova idea per l'area Rabato-San Biagio: quattro blocchi destinati a servizi e residenze per studenti e viaggiatori, che seguono l'andamento del terreno in pendenza e assecondano la disposizione degli immobili preesistenti. Il riconoscimento in questo caso è andato a Emily Alessi, Carlotta Moretto, Michela Delpiazzo e Sofia Gilli. Terzo premio al team che si è concentrato sull'area del Carmine, dove le storiche caratteristiche vengono mantenute, riproponendo quindi delle botteghe con annessi laboratori così da favorire un ritorno all'artigianato e una vendita dei prodotti tipici.
Un punto di svolta è il polo universitario che comprende aule, laboratori e residenze, adibite a studenti e ricercatori, ma anche una sala conferenze che coinvolge il teatro del Carmine antistante quasi ad inglobarlo. Quest'ultima idea è stata frutto del lavoro di Claudia Bita, Lorenzo Bono, Alessia Carena e Federico Demichelis.