Confina, infatti, a nord con via Madonna di Fatima, ad est con via San Francesco di Paola – appartenente al comune di Erice –, via Tenente Alberti e Via Villa Rosina, a sud con via Antonello Gagini – uno scultore e architetto siciliano – e viale Regione Siciliana, ad ovest con via Orti, Piazza Martiri d’Ungheria – prima denominata Piazza Stovigliai – e parte di via Marsala. Varie arterie, inoltre, circondano questo rione: via Fardella, via Conte Agostino Pepoli – letterato e mecenate italiano – e via Guglielmo Marconi.
Il prolungamento di via Fardella ospita la caserma Giannettino, la sede del battaglione addestramento reclute e, successivamente, porta al rione “Raganzilli” dove vi sono tante costruzioni post-belliche come l’ospedale civico, il seminario vescovile e il centro sportivo di calcio. Il nome del Rione non può, però, che riportare alla mente il Santuario Basilica dell’Annunziata, dove si venera il marmoreo simulacro di Maria Santissima di Trapani, protettrice della Diocesi e amata da tanti cittadini che, nel mese di agosto, si recano nel santuario per ringraziarla per tutte le grazie ricevute o per chiederne altre.
Il complesso comprende la bellissima chiesa, meta di tanti turisti, e l’ex convento dei padri Carmelitani – dove si trova il museo Pepoli - insieme alla villa comunale. Il museo venne fondato dal Conte Agostino Pepoli nel 1906 ed ospitava una collezione privata dello stesso Conte e delle opere d’arte ereditata dal fratello del Padre. I primi ad insediarsi nell’area dell’attuale recinto conventuale furono i carmelitani cacciati da Gerusalemme e condotti in Sicilia nel 1194. La prima chiesetta – Santa Maria del Parto – fu assegnata ai frati carmelitani nel 1240 mentre risale al 1537 il completamento della Cappella della Madonna di Trapani per opera dei Gagini.
Diventato il santuario mariano più famoso della Sicilia Occidentale, diventò Basilica Pontificia Minore nel 1950 per mano del papa Pio XII. Amato e frequentato ogni giorno da tanti cittadini, il quartiere appartiene senza dubbi alla Trapani moderna. Quella Trapani che, ogni anno nel mese di agosto, si ritrova davanti i cancelli per venerare la Madonna e affidarsi a lei. Quella Trapani che vive di sacro, ma anche di profano. Di religione, ma anche e soprattutto, di tradizione. Quella Trapani che non smette di credere.
Foto di Enrico D'Amico Chiara Conticello