​Incontro della classe '77 di Santa Ninfa

All'appello si sono presentati quasi una ventina di 46enni felici di rincontrarsi

Redazione Prima Pagina Belice
Redazione Prima Pagina Belice
20 Ottobre 2023 11:20
​Incontro della classe '77 di Santa Ninfa

Mercoledì 18 ottobre presso la pizzeria Il vecchio casale a Santa Ninfa si sono riuniti coetanei, anche ex compagni di scuola di diversi ordini e gradi, tutti nati nell'anno 1977.

Grazie alla determinazione di uno di loro è nato un gruppo whatapp in cui si è parlato di un incontro che poi si è realizzato davvero, proprio mercoledì 18. 

All'appello si sono presentati quasi una ventina di 46enni felici di rincontrarsi. Gli assenti erano giustificati o perché residenti lontano o perché bloccati da aventi di famiglia. 

Questa riunione nasce in primis dalla voglia di tuffarsi nel passato ed assaporare leggerezza, poi nasce anche dal bisogno di guardarsi allo specchio in una modalità goliardica e conviviale. 

L'esperimento è decisamente riuscito! 

In serata solo sorrisi, condivisione di ricordi, scambi di foto e chiacchiere. 

Per un attimo attoeno a quel tavolo erano presenti quei bambini con il grembiule, quei ragazzi con look anni 80 e 90 con la particolarità che, a guardar bene, si vedevano ciuffi di capelli bianchi, fedi, rughe e segni del tempo. 

Eppure sguardi e risate sono rimaste sempre le stesse. 

Questa la vera magia. 

Questa riunione è stata una esperienza ricca di significato. 

Quei bambini, quei ragazzi oramai sono uomini e donne che oggi si rivedono dopo tanti anni e si costringono, volenti o nolenti, a fare un bilancio della propria vita. 

Quanto siamo cambiati? Quanto abbiamo mantenuto delle persone che eravamo allora? Cosa è rimasto di noi? 

Insieme, seduti al tavolo tra una birra ed un boccone di pizza, tutti i presenti sono stati conferma, per sé stessi e per gli altri, del cammino fatto, del cammino in corso. 

Scelte fatte, traguardi raggiunti, aspettative soddisfatte, fisici cambiati, sogni, paure, progetti rimorsi, rimpianti, desideri...e tanto altro. 

Qualcuno è maturato troppo, qualcun altro è rimasto l'eterno adolescente. 

Insieme comunque tutti ragazzi spensierati. Perché di fronte a chi ti conosce da sempre cadono maschere e tattiche e si ritorna bambini. 

A tavola con loro, seduti con riservatezza, sia paura del confronto che curiosità. Come é giusto che fosse. 

Tutti insieme hanno portato sogni, desideri, aspettative di ciascuno: molti ce l’hanno fatta, altri hanno raggiunto un buon compromesso,  altri si sono dovuti  fermare e cambiare rotta, altri ancora combattono ogni giorno ardue battaglie, infine c’è anche qualcuno che non c'è piú. C’è, inoltre, la resa dei conti rispetto ai matrimoni, separazioni, figli, chi è rimasto single per scelta, chi forzatamente.

Rivedersi è mettersi davanti allo specchio e guardare tutte le sfumature della vita. 

Alcuni sono cambiati dentro, altri hanno cambiato look con un nuovo taglio di capelli,  altri ancora hanno cambiato città ed anche nazione.

Aneddoti, ricordi e tanta ironia hanno fatto sí che la serata brillasse per armonia e affetto. Divertente l'ironia sui primi della classe, sugli eterni ritardatari, sui polemici, sugli svogliati... Vedersi con facce del passato è riaccendere la radio dei ricordi e sintonizzarla sulla adolescenza.

Quella segnata dalle cassette ascoltate sui mangianastri, dalle spalline, dai capelli con la lacca, dalle pubblicità del Mulino Bianco, dalla lira, dal telefono fisso con la ruota, dalla moda del paninaro, dalle cabine telefoniche a gettoni, quella caratterizzata dall'assenza di cellulare e tablet, quella in cui le conquiste sono state dure e faticose. 

Il primo brindisi va tutto per quel tuffo al cuore sincronizzato fra tutti. 

Io ero lí, sono una della classe 77, sono tra i 46 enni presenti all'incontro. 

Mentre passano i minuti, tra uno sguardo e l'altro, ne sono certa, qualcuno si è chiesto: sono diventato  davvero ciò che dicevo, volevo, speravo, sognavo allora? Me compresa. 

E per quanto la nostra vita attuale possa essere felice, completa, soddisfacente, è stato chiaro che fossimo in qualche modo attraversati da attimi di terrore. 

Cosa ci aspetta adesso? 

Qualcuno potrebbe diventare nonno a breve, altri a breve potrebbero avere figli che vanno fuori per studiare, qualcuno ha a che fare con problemi di salute. 

Una rimpatriata è una fionda. Prima il tuffo al cuore riporta almeno di 30 anni l'orologio indietro poi però tutto torna addosso: quei 30 anni e più sono passati. Ci hanno segnato. 

Nulla rende il ciclo dell’esistenza più tangibile del vedere i propri compagni di classe cresciuti e, a tutti gli effetti, "invecchiati". Nei ricordi i filtri sono d'obbligo nella realtà no.  

Siamo anche quei bambini eppure non lo siamo più. 

Immancabile il confronto voluto della testimonianza delle vecchie foto con quelle con le attuali, un po’ come continuare a leggere un romanzo di vita, di tante storie differenti. Eppure tutte le storie a tavola mercoledì sono partite da  un’esperienza di vita condivisa, dalla condivisione di banchi scolastici e classi, con un senso di profonda intimità reciproca. Tutti noi presenti ci conosciamo da quando eravano bambini, ragazzi, ci conosiamo da prima di sviluppare un’immagine "pubblica" adulta.

Forse è questa la ragione per cui questa cena della classe 77 ha funzionato, forse per questo la gioia tra i presenti era tangibile. Si sono creati nuovi feeling e si sono riaccesi affetti sedati.

I vecchi compagni di classe sono "di famiglia", vengono percepiti come volti affidabili, le antiche simpatie si riaccendono, tutti sono attori di uno spettacolo che ha avuto inizio molto tempo prima, con alle spalle uno scenario di speranze senza limite.

Questa foto comunica felicità. 

Scrivo questo pezzo con emozione e dedico questi pensieri, che spero non siano solo miei, a tutti i miei coetanei, sia ex compagni di classe che amici; con ognuno di loro ho fatto un pezzetto di strada, con alcuni in maniera più intima, con altri più superficiale,  altri li ho conosciuti realmente da “grandi”. 

Quello che sicuramente mi sento di dire è che ognuno dei presenti nella chat, ognuno dei presenti e degli assenti alla cena ha lasciato in qualche modo un segno nella mia vita, un segno che fa parte della mia storia e che per questo è importante e da proteggere.

Maria Elena Bianco 

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