Una donna 40enne, secondo quanto riportato dalle indagini, avrebbe nutrito un profondo rancore nei confronti di un assistente sociale del Comune a causa della sua sospensione genitoriale e del divieto di vedere i propri figli. La donna avrebbe quindi deciso di perseguitare l'assistente sociale, non rispettando il divieto di avvicinamento imposto e presentandosi al Comune per urlare e minacciare la sua vittima.
La quarantenne è ora indagata per stalking, un crimine che può comportare una pena che va da un anno a sei anni e sei mesi di reclusione.
Nel frattempo, la donna è stata posta agli arresti domiciliari in attesa dell'udienza di convalida. La sua difesa è affidata all'avvocato Calogero Lanzarone, che si occuperà delle formalità legali in merito alla vicenda.
È importante ricordare che il reato di stalking è un comportamento che arreca seri danni alla vita della vittima, causando traumi psicologici e interferendo con la sua libertà e tranquillità. In questo caso specifico, l'assistente sociale ha subito una persecuzione continua che ha inevitabilmente influenzato la sua vita e il suo lavoro.