Orestiadi: domani spazio ai giovani artisti con il premio “cittàlaboratorio”

Quest’anno il vincitore Simone Corso, che porterà in scena “Quando le porte delle case torneranno ad essere aperte”.

Redazione Prima Pagina Belice
Redazione Prima Pagina Belice
23 Luglio 2022 10:59
Orestiadi: domani spazio ai giovani artisti con il premio “cittàlaboratorio”

Anche quest’anno è confermato il fortunato premio di produzione under 35 #gibellinacittàlaboratorio, giunto alla sua quinta edizione, che consente al Festival di sostenere, ospitandoli in anteprima, progetti di giovani artisti siciliani. Quest’anno il vincitore Simone Corsoporterà in scena, domenica 24 luglio, “Quando le porte delle case torneranno ad essere aperte” (prima nazionale) testo e regia di Simone Corso con Simone Cammarata, Carmelo Crisafulli, Paola Francesca Frasca, in collaborazione con Ass. Scena Aperta – Palermo.

Nel maggio del 2019 Antonio Stano morirà allʼospedale di Taranto dopo aver passato giorni dentro casa senza sfamarsi. A Manduria, dove abitava, Antonio era chiamato “il Pazzo” e questo bastava a tutti gli altri per “collocarlo” allʼinterno della comunità, riducendone il suo ruolo, nei risvolti più tragici di questa vicenda, a quello di oggetto del giogo di una squadra di giovani che lo perseguitavano col fine di poter filmare e condividere su WhatsApp le loro azioni. Antonio, per sfuggire loro, si era chiuso dentro casa senza più mettere piede fuori.

Quando le porte delle case resteranno di nuovo aperte prende forma da questa vicenda senza volerne tracciare la cronaca, ma cercando piuttosto di indagare le dinamiche sociali che la connotano: i beni di consumo e la cultura audiovisiva prima, i social poi, hanno ubriacato grosse fette di popolazione di benessere, marginalizzando molti dentro il proprio ego, chiusi dietro delle porte sbarrate a fare da guardia ai propri averi o dietro degli schermi dietro cui imparare a recitare un nuovo se stessi.

“I mutamenti sociali che hanno coinvolto la nostra societàspiega Simone Corso - dal primo dopoguerra sino ad oggi hanno, in qualche modo, acuito le differenze sociali e sfibrato i lacci che ricamano il tessuto della comunità cui ognuno di noi appartiene. Il potere dellʼavere premia il singolo omologando, di contro, tutti su una stessa scala di bisogni. Nel mondo degli spett-autori, in cui continuamente tutti guardiamo e produciamo contenuti, rappresentiamo e auto-rappresentiamo la nostra vita, la regia sceglie di mettere lʼaccento su questo cambiamento culturale della nostra epoca imbastendo un dialogo onesto tra scena e platea che tenta di far diventare lʼevento teatrale unʼoccasione assembleare di indagine e confronto oltre che di spettacolo”.

È attribuita una menzione speciale al progetto “Pied de grue”di Federico Mosca per la coraggiosa scelta di mettere in scena uno spettacolo, con un affiatato gruppo di giovani attori, che fa del silenzio e del gesto il tratto distintivo di un’ansia familiare.

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