Calatafimi Segesta e Trapani dicono No alla costruzione del Deposito nazionale di scorie radioattive

È stato ribadito durante la seduta straordinaria di oggi del Consiglio comunale congiunto.

Redazione Prima Pagina Belice
Redazione Prima Pagina Belice
13 Gennaio 2024 16:13
Calatafimi Segesta e Trapani dicono No alla costruzione del Deposito nazionale di scorie radioattive

La partecipazione della città di Calatafimi Segesta all'invito del presidente del Consiglio Comunale della città di Trapani alla seduta straordinaria di oggi 13/01/24, per la trattazione del punto sulla possibilità di costruire il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi in Provincia di Trapani ovvero sui siti Tp9 ( Calatafimi Segesta) e Tp11 (Fulgatore). L'amministrazione comunale di Calatafimi Segesta è stata rappresentata dal Sindaco, dall'intera Giunta Municipale, il presidente del Consiglio Comunale e un'ampia delegazione dei consiglieri comunali.È stato ribadito il parere sfavorevole già votato in consiglio comunale di Calatafimi Segesta e la scelta inadeguata esercitata dalla Sogin.

Gli interventi precisi del Sindaco Francesco Gruppuso, del Presidente del consiglio comunale Patrizia Parisi, dell'assessore Fundaró e del consigliere G. Piazza oltre a quelli scientifici del geologo Bambina insieme a collega Verghetti hanno dato forza all'impostazione di contrarietà già presentata nelle osservazioni del 2021 che ci vedeno uniti alla città di Trapani e al suo consiglio comunale oltre a tutte le associazioni di categoria, ambientaliste, a Sicindustria Trapani, ai Gal, a tutti i sindaci dell'intera provincia di Trapani in modo unanime per dire NO.Un vivo ringraziamento va al presidente del Consiglio Comunale di Trapani, all'interno consiglio e al sindaco Tranchida per l'invito e l'onore di poter presenziare e discutere della delicata questione, oltre agli onorevoli della deputazione regionale presenti, ovvero C.

Ciminnisi e D. Safina, insieme ai sindaci e amministrazioni di tutti i comuni della provincia di Trapani. È stata anche avanzata la proposta di una mobilitazione popolare da effettuare possibilmente in un luogo simbolo equidistante dai 2 siti coinvolti ovvero il parco Archeologico di Segesta che possa vedere tutti gli attori in causa manifestare il proprio dissenso in accordo alla partecipazione popolare prevista dalla convenzione di Aarhus in materia di scelte ambientali.

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