Calatafimi, i cittadini dicono no all'installazione dell'antenna telefonica nel quartiere Sasi

Nasce il comitato Sasi per la tutela della salute contro l’inquinamento elettromagnetico

Redazione Prima Pagina Belice
Redazione Prima Pagina Belice
15 Febbraio 2025 09:31
Calatafimi, i cittadini dicono no all'installazione dell'antenna telefonica nel quartiere Sasi

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:

La serenità del nuovo centro di Sasi a Calatafimi Segesta rischia di essere sconvolta da un inaspettato quanto preoccupante cantiere per erigere un ripetitore telefonico invasivo, alto oltre 30 metri. Un simbolo di progresso aggressivo non scelto e condiviso dalla comunità che minaccia la salute e l’ambiente.

Un gruppo di cittadini si è costituito in «Comitato Sasi per la tutela della salute contro l’inquinamento elettromagnetico». A presiederlo è Giacomo Senia. Il sodalizio ha deciso di agire con ricorsi al TAR, Sit-in e proteste ad oltranza per impedire la realizzazione del ripetitore. Ripetitore che potrebbe essere posizionato in altre siti alternativi lontani dalle abitazioni.

I lavori sono stati sospesi dall’ufficio tecnico comunale perché mancano le autorizzazioni vincolanti dell’ARPA, del Comando del Corpo Forestale e del Genio Civile, motivo per il quale il Comune di Calatafimi in data odierna ha ordinato la sospensione dei lavori. Nel frattempo migliaia di cittadini si sono uniti alla protesta e già domenica mattina, come riferisce uno degli organizzatori, è stato organizzato un sit-in nei pressi del cantiere con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’accaduto e far sapere alla compagnia telefonica che sulla questione c’è la ferma intenzione di andare avanti ad oltranza con le proteste.

«Facciamo appello alle persone dei comuni limitrofi per unirsi a noi e aiutarci a fermare questa installazione». Afferma Giacomo Senia. «Oggi tocca a Calatafimi. Domani potrebbe essere minacciata un’altra comunità. Solidarizzare uniti – continua il presidente del comitato - è fondamentale per proteggere il territorio e la salute e servirebbe a dare voce ad una battaglia più ampia per proteggere il nostro territorio da progetti scellerati e pericolosi per il nostro benessere. Non siamo contro il progresso, ma siamo contro un progresso che mette a rischio la nostra salute. Le manifestazioni, i ricorsi al TAR e i sit-in – conclude Senia - sono il nostro modo di dire basta a questa imposizione».

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